“L” come “Lavoro”, “I” come
“Interazione”, “N” come
“necessario”, “U” come “umano”, “T” come “Teatro”, “I” come “Istruzione”, “E”
come “esperienza”.
I due anni di rallentamento delle attività dovuti alla
pandemia hanno rappresentato per il Teatro
de LiNUTILE un’importante opportunità di riflessione che lo ha portato, nel
2022, non solo a rimettersi in movimento
con rinnovato slancio, ma anche alla elaborazione
e stesura di un proprio Manifesto
che, giocando con le lettere del nome, renda esplicita la propria visione dell’attività teatrale, formativa e
culturale.
«Quello di stilare un
Manifesto che rappresenti la nostra visione del Teatro, come attività
performativa e formativa, è un desiderio
che ci portiamo dentro da lungo tempo – raccontano Marta Bettuolo e Stefano
Eros Macchi, fondatori e direttori
del Teatro de LiNUTILE – Non nasce dal
nulla, ma è frutto di azioni e obiettivi che abbiamo perseguito nel corso degli
anni e che sentivamo la necessità di sistematizzare in modo da poterli
trasmettere in maniera chiara e inequivocabile a coloro che, nel passato e nel
futuro, sono venuti e verranno in contatto con noi. Riteniamo che chi, come
noi, si occupa di cultura e educazione, deve palesare il modo in cui lo fa,
cosicché chi frequenta il nostro Teatro e la nostra Accademia, abbracci
consapevolmente la nostra attività teatrale e il nostro modo di fare Cultura. Il Manifesto è esattamente
questo: è l’esplicitazione del nostro pensiero e del nostro modo di agire, che
deve essere sposato, nella consapevolezza di entrare a far parte di un
organismo vivo, che porta avanti azioni strutturate e non casuali».
A quindici anni dalla fondazione del Teatro de Linutile e a
dodici anni da quelli dell’Accademia, intorno e grazie ad essi, si è creata una
comunità di allievi ed appassionati che
vedono il Teatro come una propria casa, un luogo dove riunirsi per dare sfogo
alla propria creatività, formarsi, promuovere e supportare progetti a favore
della Cultura a 360 gradi.
Ed è proprio da qui che LiNUTILE
vuole partire. Perché il Teatro nutre e si nutre dell’energia della propria
comunità, coinvolgendola, anche in maniera ludica, facendola riflettere ed
esortandola a muoversi.
Un concetto espresso anche dall’immagine che accompagna il testo scritto del Manifesto, realizzata
da Pietro Frosi, illustratore e
disegnatore e membro della Compagnia Giovani de LiNUTILE. La gorgiera, simbolo dell’Accademia del
Teatro, diventa la principale componente
di una serie di ingranaggi che si mettono in movimento. La principale forza motrice è
rappresentata, tuttavia, dagli uomini e dalle donne che agiscono su questi
strumenti meccanici: persone, giovani e adulti, che vedono l’esistenza del
Teatro de LiNUTILE come un presidio
culturale e sociale per le nuove generazioni e una fonte di rinnovamento per il territorio in cui esso si trova.
LiNUTILE ha sempre concepito il Teatro come “pratico”, come uno strumento che,
lavorando sull’essenzialità del messaggio scenico, riesce a coinvolgere i
propri attori, allievi, collaboratori per spingere al massimo le loro
potenzialità. Un lavoro che mette in connessione ambiti diversi,
professionalità differenti e saperi apparentemente lontani. Un dialogo continuo
che si rispecchia anche nel rapporto con
il proprio pubblico che il Teatro attiva con la sorpresa e la creatività.
È anche un metodo educativo che utilizza il teatro per
avvicinarsi al bello ed offrire nuovi strumenti di giudizio. Lungi dall’essere
una comunità autoreferenziale e chiusa, si
proietta anche verso l’esterno, mettendo
a disposizione le proprie competenze e le proprie disponibilità, anche
economiche se necessario, per sostenere progetti altrui che abbiano come
focus il contrasto alla povertà
educativa e offrano opportunità di imparare e sviluppare le competenze cognitive, soprattutto tra i giovani. E’
infatti convinto che solo attraverso il reciproco
sostegno tra coloro che si occupano di Cultura, questa possa realmente
continuare ad esistere e ad esplicitare la sua funzione.
Il Teatro de LiNUTILE vuole, quindi, diventare soprattutto
un’esperienza, un modo d`essere, di
pensare, di agire, di giocare, di crescere, di formarsi, di sostenersi, di
esserci, di aiutarsi. Dando a tutti la possibilità di entrare in contatto con
la Cultura, non lasciando indietro nessuno. Guardare il mondo con occhi più
critici, vivere e non lasciarsi vivere. È guardarsi negli occhi, e dire: “ce
l’ho fatta”.
Perché non siano mere parole su carta, i concetti espressi
nel Manifesto troveranno realizzazione nelle attività ad oggi calendarizzate per l’anno 2022, che, oltre agli
spettacoli previsti in cartellone, vedrà il Teatro de Linutile attivo anche in
luoghi non necessariamente deputati alla rappresentazione teatrale. Come, nel
2021 è stato fatto nei Chiostri della Basilica del Santo o al Duomo di Piazzola
sul Brenta, così avverrà quest’anno alla Cappella
degli Scrovegni a fine marzo con un progetto su Giotto dedicato agli
adolescenti e realizzato dagli allievi dell’Accademia. E in Sala dei Giganti al Liviano, l’11
giugno, dove, in occasione delle celebrazioni per gli 800 anni dell’Università
degli Studi di Padova, verrà rappresentato in lettura scenica il romanzo “Blu paonazzo: Furti, amori e crimini sotto
le cupole del Santo al tempo di Donatello a Padova” della Professoressa
Giovanna Baldissin Molli.
La riapertura
dell’attività spettacolistica in via Agordat vedrà in scena progetti
interamente targati "Teatro de LiNUTILE”. Si comincia venerdì 11 febbraio con “Peggy”,
evento dedicato ad una figura fondamentale per la conoscenza e la diffusione
delle arti figurative del Novecento: Peggy
Guggenheim. Lo spettacolo, con adattamento e regia di Stefano Eros Macchi, vedrà l’attrice Marta Bettuolo, accompagnata da video interattivi, accompagnare il
pubblico nei primi cinquant’anni di storia sociale e culturale europea del
‘900, ripercorrendo la vita della grande collezionista d’arte contemporanea
dall’infanzia fino al successo. Una
passione trasformata in professione e
promozione della Cultura che il Teatro de LiNUTILE intende fare propria.
Venerdì 18 febbraio la Compagnia Giovani de LiNUTILE porterà in scena “La Croce”, testo poetico dedicato alla Passione, in cui la vita e
la morte di Cristo sono raccontate da una prospettiva in cui la sua presenza è
resa più forte proprio dalla sua assenza. A raccontare la straordinaria vita e
le opere di Gesù saranno le parole di coloro i quali a questo straordinario
evento hanno assistito. Comprimari, testimoni che soltanto dopo, a cose fatte,
acquisteranno una consapevolezza innocentemente o colposamente frammentaria
degli eventi che li hanno sfiorati, dell`evidenza e del mistero di cui sono
portatori.
Le giovani attrici
della Compagnia Giovani insieme a Marta Bettuolo e Stefano Eros Macchi, venerdì 11 marzo, presenteranno "Le donne di Monica",
progetto del Teatro de LiNUTILE impegnato nella trasposizione scenica di opere
della scrittrice e filosofa Simone de Beauvoir, che incontreranno le opere
pittoriche di Monica Piazzetta,
dedicate alle donne del Novecento.
Per la chiusura di stagione, venerdì 8 aprile, il Teatro de LiNUTILE ospiterà la sua prima produzione interamente scritta,
diretta e recitata dai componenti della Compagnia Giovani: "Prove generali” di Zaccaria Ghazal. Una tragicommedia che
ci farà scoprire cosa avviene dietro le quinte di un allestimento teatrale. È
il mondo dell’artista qui ad essere messo a nudo, la sua fragilità umana, dove
l’arte si scontra con il mondo reale, le preoccupazioni pratiche della vita di
tutti i giorni. Un mondo dal quale l’attore entra ed esce di continuo, in un
mestiere che deve essere trattato con estrema delicatezza.
Per informazioni
www.teatrodelinutile.com
Teatro
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