Villa Zaborra - Castello di San Pelagio
Paese - Provincia
Due Carrare (PD) (PD)Sito web della villa:
www.castellodisanpelagio.it
Riferimenti e Contatti:
Via S. PelagioDUE CARRARE (ex Carrara San Giorgio)
35020 PADOVA
Tel. 049 91.25.008 - Fax. 91.25.929
www.castellodisanpelagio.it
www.castellodisanpelagio.org
eMail: info@castellodisanpelagio.it
Descrizione:
Storia:
Il Castello di San Pelagio ha origini medievali, nasce come torre d'avvistamento e diventa proprietà dei Conti Zaborra a partire dal 1700.La Torre, del 1300, era parte del sistema difensivo dei Carraresi, signori di Padova, ai tempi delle lotte contro gli Scaligeri, signori di Verona.
Sotto la torre trecentesca di San Pelagio,vi sono passaggi sotterranei in parte allagati.
Esauriti i compiti difensivi, nei secoli successivi il Castello subì alcune trasformazioni e oggi è inserito tra le Ville Venete. Dal 1700 ha assunto l'aspetto che ancora si ammira. La villa dal 1680 è stata abitata dai Conti Zaborra, ai quali ancora oggi il castello appartiene. la facciata principale, rimaneggiata alla fine del 1700.
Si vede un corpo centrale, a ridosso della torre trecentesca, ornato di un elegante portale d'accesso con colonne in mattoni e statue, e di due torrioni laterali. Al centro, sotto il balcone, la scritta:”Roberto Zabborra quod has aedes in meliorem faciem sua pec. restituerit amplificaverit Paulus Zabborra viro op. benemer. lap. mem. causa P.C.A.D. MDCCLXXV” (A Roberto Zaborra uomo benemerito per le opere che con il suo denaro ha migliorato questo edificio, restaurandolo e amplificandolo, Paolo Zaborra questa lapide pose a memoria nell'anno del Signore 1775)
A lato, due targhe in marmo ricordano il Volo su Vienna compiuto il 9 agosto 1918 dal poeta Gabriele d'Annunzio e dai piloti della” Serenissima” che qui ebbero la loro base operativa dal 1917 al 1918. Il torrione di destra, il cui uso è sempre stato agricolo, presenta un grande portone sul quale compare la scritta “Amicis Pandana”; il torrione di sinistra, il cui alto portale immette direttamente nel salone da ballo, oggi sala delle Mongolfiere, porta in alto la scritta: “Foris Canes”. Di lato la cappella settececentesca che conserva un pregevole altare del ‘700 in pietra.
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